giovedì 11 agosto 2011

Perchè dovrei pregare?


Se Dio conosce ogni cosa, quindi anche le mie necessità, per quale motivo dovrei pregare? Per quale motivo dovrei rivolgermi a Dio?
La ragione per cui molte persone si pongono questa domanda sta proprio in una concezione errata della preghiera. Molti infatti considerano la preghiera come un dovere imposto dal Creatore alle Sue creature; l’idea della coercizione rende effettivamente poco attraente questo esercizio spirituale, che invece è il mezzo per eccellenza dell’intimità con Dio.
Questo concetto di preghiera-dovere è una eredità della religione “tradizionale”, che collega la preghiera all’idea di penitenza: tante più preghiere ripeti, tanto più riesci ad ottenere l’attenzione divina. Ecco sorgere quindi, nel tempo, delle “guide alla preghiera”, ognuna corredata da diversi metodo sistematici per recitarne un certo numero. Tutto questo segue un sistema esteriore di adorazione simile a quello dei religiosi contemporanei di Gesù, da Lui esplicitamente condannato. “Nel pregare non usate troppe parole come fanno i pagani, i quali pensano di essere esauditi per il gran numero delle loro parole” (Matteo 6:7).



LA PREGHIERA-AZIONE
Molte persone credono di potere utilizzare la preghiera come “amuleto”, rivolgendosi a Dio solo nel momento in cui ne sentono il bisogno, come se la preghiera costituisse un contentino al Signore, il quale, soddisfatto, interverrà in aiuto. Questa idea della preghiera è assolutamente distorta rispetto a ciò che la Bibbia afferma. Nel Nuovo Testamento è scritto “Non cessate mai di pregare(1 Tessalonicesi 5:17). Questo non significa certamente che un credente debba pregare 24 ore su 24, ma che la vita di un cristiano è vissuta con una attitudine di preghiera, sia nel bene che nel male. Il vero cristiano non prega per convenienza o per necessità, bensì per riconoscimento e adorazione a Dio. Le parole più importanti della preghiera non sono “Signore, ho bisogno di...” o “Signore dammi/fammi/aiutami...”! Piuttosto la preghiera dovrebbe essere qualcosa di spontaneo, di quotidiano e dovrebbe contenere l’adorazione a Dio per quello che Egli è, il ringraziamento per quello che Egli fa, il pentimento per il proprio peccato e le richieste del Suo meraviglioso intervento.

                                                      LA PREGHIERA-DONO
La Bibbia rivela la vera natura della preghiera: un dono fatto da Dio all’uomo. Pregando, il credente può rivolgersi direttamente al suo Creatore e Salvatore. La preghiera non è un momento in cui mendicare aiuto al cospetto della divinità, ma la possibilità per l’uomo di entrare in intimità con Dio, proprio allo stesso modo di quando conversiamo in forma privata con gli amici o le persone che consideriamo intime. Gesù afferma “ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta e, chiusa la porta, rivolgi la preghiera al Padre tuo che è nel segreto” (Matteo 6:6). Tutto il Nuovo Testamento (la seconda parte della Bibbia) è permeato di questa gioiosa realtà della preghiera-dono, dell’adorazione e del ringraziamento al Signore. Non un dovere, ma un privilegio. Nel libro degli Atti (nel Nuovo Testamento) troviamo riportata l’unica preghiera che i primi cristiani elevarono a Dio in una chiesa: è una preghiera spontanea, che non segue schemi prestabiliti, e leggendole anche dopo tanti secoli, possiamo valutarne il profondo sentimento di gratitudine e di certezza che caratterizza ogni parola (Atti 4:24-30).

LA PREGHIERA-CONTATTO
Tra i diversi termini utilizzati nel Nuovo testamento per indicare la preghiera ne ricorrono frequentemente due, i quali esprimono l’idea di “entrare in contatto con Dio”. “...Alzarono concordi la voce a Dio, e dissero...” (Atti 4:24). Questo verso esprime perfettamente tutta l’estemporaneità del contatto vivo tra il credente e Dio, un colloquio diretto, reale ed autentico al quale il Signore risponde sempre: “Dopo che ebbero pregato, il luogo dove erano riuniti tremò e tutti furono ripieni di Spirito Santo...” (Atti 4:31). Il cristiano rende nota la propria richiesta al Signore, ed attende la risposta divina: questo atteggiamento è prima di tutto la certezza della risposta e poi la serena attesa dell’intervento divini. La preghiera non è quindi un “monologo” del credente, ma tra lui e Dio si instaura un contatto intimo e profondo.

Caro amico/a, forse dopo avere letto queste poche righe riconosci che il tuo modo di rivolgerti a Dio non corrisponde esattamente a ciò che Dio desidera. Forse ti rivolgi a Dio per convenienza, solamente quando ne hai bisogno, forse preghi in modo schematico e ripetitivo pensando così di soddisfare la giustizia di Dio o forse preghi in maniera distaccata, senza sentire alcuna risposta da parte di Dio.
Sappi che Dio è un padre meraviglioso e desidera avere una relazione intime e reale con te. Lì dove ti trovi, rivolgiti a Dio con semplicità e sincerità: chiedigli di farsi conoscere nella tua vita; ed anche tu potrai scoprire l’immenso dono della preghiera.



(Liberamente tratto da "A Domanda Risponde", Edizioni ADI-Media, pagg. 181-184)

martedì 2 agosto 2011

Quando la vita cambia in un istante


Mi chiamo Davide, ho 46 anni e sono nato in una famiglia di credenti cristiani evangelici. I miei genitori, fin da piccolo, mi hanno trasmesso buoni e sani insegnamenti basati sulla Bibbia. Frequentavamo assieme le riunioni in chiesa, e Dio non ha mai mancato di benedire la nostra famiglia e di rispondere alle molteplici richieste di intervento.
Finite le scuole, all’età di 19 anni incominciai a lavorare: che gioia essere economicamente autonomo. Poco tempo dopo, in maniera del tutto improvvisa, venne a mancare mio padre all’età di 65 anni; ma la certezza della vita eterna che il nostro amato Redentore dona al credente ci fece superare l’evento umano della morte. Mia madre ed io vivevamo assieme e la nostra vita continuava nel confidare ed amare il nostro Salvatore Gesù Cristo.

LA SVOLTA
Nella serenità cristiana in cui vivevo, avevo anche fatto dei programmi per la mia vita: un percorso di studi, un lavoro, un matrimonio, dei figli, assistere i miei genitori e magari giungere infine a godersi la pensione. Avevo dei propositi impeccabili!
Tuttavia la Bibbia afferma che i pensieri e i piani dell’uomo spesso non corrispondono ai pensieri e ai piani di Dio. I miei programmi, per quanto buoni e sani, ben presto furono del tutto miracolosamente stravolti.
All’età di 25 anni, in una domenica di febbraio, accadde qualcosa che ancora oggi è inspiegabile.
Mentre mi trovavo in un campo di mia proprietà, fui raggiunto da un colpo di arma da fuoco alle vertebre cervicali: in un istante mi trovai a terra paralizzato.
Chiamarono i soccorsi. Sentivo le mie forze venire meno e, comprendendo la gravità dell’accaduto, riuscii a fare solamente una breve preghiera: “Dio, se è giunta la mia ora, rimetto il mio spirito nelle tue mani”. In quei momenti così terribili, provavo nel cuore una estrema serenità che solamente chi ha Dio nel cuore può comprendere. A causa dell’importante emorragia, persi i sensi e mi risvegliai due giorni dopo in ospedale: la misericordia di Dio mi aveva protetto e risparmiato da morte certa!
L’esito dell’accaduto fu inquadrato come paralisi completa dal collo in giù; ero in grado di muovere solamente la testa.

LA MIA VITA OGGI
Concludendo questa mia breve testimonianza, voglio citare un’altra promessa biblica con la quale Dio garantisce testualmente all’uomo che, nella sua infinita grazia, Egli si prende sempre cura dell’orfano e della vedova. E così è stato per noi; mia madre, dopo oltre 20 anni senza marito è rimasta sempre fedele a Dio e ha lasciato questa vita terrena all’età di 87 anni con la serenità, la pace ed il conforto che solamente il Signore concede a chi si affida a Lui.
I miei dieci anni successivi all’incidente si sono articolati in lunghi e dolorosi ricoveri in ospedali e centri di riabilitazione e se non fosse stato esclusivamente per la consolazione e la forza ricevuta da Gesù in quei momenti terribili, oggi non sarei qui a raccontarlo. Non mi sono mai sentito solo e anche alla luce di questo evento disumano non mi sono mai pentito di averlo accettato come mio personale Salvatore.

Oggi posso camminare e Dio mi ha concesso una bella famiglia ed un bambino.



Caro lettore, accetta Gesù nella tua vita come personale Salvatore ed Egli si prenderà cura di te, come lo ha fatto per me e per tutti coloro che lo amano, donandoci la salvezza e la certezza della vita eterna in Lui.