mercoledì 27 aprile 2011

La dottrina del Purgatorio: realtà o invenzione?



Per concludere la sezione “Vita dopo la morte” non ci resta che parlare del Purgatorio, che secondo la religione “ufficiale” indicherebbe un luogo di purificazione successivo alla morte, che consentirebbe l’accesso al cielo anche ai “quasi” buoni, grazie ad un percorso di sofferenze e alle preghiere di intercessione dei vivi. Un luogo in cui il peccato viene cancellato in cambio di un periodo, più o meno lungo, di pene “riparatrici”, prima di poter entrare a pieno titolo in Paradiso. Senza dubbio, una soluzione di questo genere induce una sorta di consolazione rispetto alla propria condizione, dal momento che anche se l'uomo non dovesse vivere una vita secondo i canoni di Dio, Dio si dimostrerà  comunque tollerante in cambio di qualche patimento.  
Ma quanto c’è di vero di tutto questo?


REALTA’ O INVENZIONE?
E’ opportuno dichiarare subito con fermezza che questa dottrina è solamente frutto dell’invenzione umana. Basti considerare che fa la sua comparsa nel mondo religioso dopo ben mille anni dal cristianesimo proclamato da Gesù e dagli apostoli, e soprattutto che la Bibbia non fa mai menzione né del termine Purgatorio, né tantomeno di un simile concetto.
La Bibbia non fa mai riferimento ad una “via di mezzo”, anzi si può dire che il Nuovo Testamento riconosca solamente due classi di persone: i salvati ed i non salvati. Il destino eterno di ogni uomo viene determinato finché egli è in vita: la morte infatti chiude il periodo di opportunità, e ad essa segue il giusto giudizio di Dio.
Durante il corso della sua esistenza l’uomo ha la possibilità di incontrare la meravigliosa grazia di Dio, il “lasciapassare” per il Cielo, che già sulla Terra lo purifica dal peccato.


LA BIBBIA DICE…
Non solo la dottrina del Purgatorio non è presente nelle Sacre Scritture, ma addirittura si pone in aperto contrasto con esse. Infatti, nel purgatorio è l’uomo a purificare il proprio peccato, pagandolo con la propria sofferenza, ma la Bibbia sostiene che l’unica cosa che è in grado di cancellare il peccato è l’opera di Gesù Cristo alla croce, un’opera necessaria e sufficiente a trasformare il peccatore perduto in peccatore salvato.

"Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio." (Efesini 2:8)

"Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di Lui salvati dall'ira." (Romani 5:9)

"...sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù." (Romani 3:24)

"...una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio." (Ebrei 9:26)

"…Ora dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù" (Romani 8:1)

“…ma nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto.” (Salmi 49:7)

Questi sono solamente alcuni dei tanti passaggi della Bibbia che dimostrano, in maniera assolutamente chiara, che la salvezza si ottiene per la grazia che si riceve grazie al sacrificio di Gesù Cristo, e nessun sacrificio umano è in grado di coprire la gravità del peccato


Concludendo, la dottrina del Purgatorio non trova nessun riscontro nelle Sacre Scritture, anzi costituisce un pericoloso inganno per tutti coloro che si appoggiano su di essa. Sebbene gli uomini cerchino una via “secondaria” per il Paradiso, la Bibbia ci ricorda che solamente l’incontro diretto, reale e concreto con Dio, realizzato durante la vita terrena costituisce la via certa e sicura per giungere al Cielo. Dopotutto, se fosse stato sufficiente un sacrificio umano, per quale motivo Gesù Cristo, il Figlio di Dio, sarebbe dovuto morire sulla croce?



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