sabato 17 settembre 2011

HAI MAI "SENTITO" LA VOCE DI DIO?


Certamente questa domanda susciterà non poche perplessità nella maggior parte dei lettori. Anche coloro che si dicono religiosi infatti, sebbene sappiano perfettamente che esiste un Dio, non immaginerebbero mai che Lui potesse (e desiderasse) parlare direttamente e personalmente all’uomo.
I più si accontentano di una religione, mentre Dio desidera una relazione; molti identificano Dio in un insieme di rituali, mentre Lui è in realtà una Persona viva e reale che vuole parlare con la sua creatura.
Caro amico/a, è proprio così: Dio vuole parlare personalmente alla tua vita.
Il problema fondamentale è che, molto spesso, l’uomo non bada alla voce di Dio.

"Dio parla una volta, e anche due, ma l'uomo non ci bada; parla per via di sogni, di visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti; allora egli apre i loro orecchi e dà loro in segreto degli ammonimenti, per distogliere l'uomo dal suo modo di agire e tenere lontano da lui la superbia; per salvargli l'anima dalla fossa, la vita dalla freccia mortale” (Giobbe 33:14-18)

Questa affermazione è più che mai triste e reale: Dio parla continuamente alla tua vita, ma tu non poni attenzione alla sua voce. Ti ha parlato attraverso la morte di quella persona cara, attraverso una malattia, tramite una circostanza o per mezzo di sogno o di un pensiero, ma tu, probabilmente hai preferito far tacere quella voce che scopriva una verità forse scomoda.


L’UOMO NON CI BADA
Perché l’uomo non bada alla voce di Dio? Le risposte potrebbero essere tante, ma questa riflessione ne prenderà in considerazione solamente sei.

1)      L’uomo non ci bada, perché Dio non si impone.
Il Signore, nel suo amore, ti ha creato con la possibilità di scegliere se ascoltare o meno la sua voce. I mezzi di comunicazione umani studiano ogni strategia per penetrare la mente umana e indurre, anche con l’inganno, a compiere determinate azioni o a comprare particolari prodotti. Dio invece ha scelto di non imporre la sua voce, ma di parlare in modo sommesso e discreto.

2)      L’uomo non ci bada, perché si sente superiore.
“Sono cose del Medioevo” direbbe qualcuno. “Credi ancora a queste sciocchezze?”. Un motivo per cui l’uomo non presta attenzione alla voce di Dio è proprio la sua posizione di presunta superiorità. “Io sono uno studioso, un dirigente, non posso certamente credere a queste cose”. E così il messaggio di Dio, che sembra solo riguardare il futuro, diviene un messaggio “trascurabile” e l’uomo...non ci bada.

3)      L’uomo non ci bada, perché preferisce gli stordimenti alle riflessioni.
Dio parla attraverso le situazioni della vita, anche quelle più difficili, è l’uomo non ci bada perché preferisce coprire il proprio disagio e la propria sofferenza con tutto ciò che permette di non pensare. Droghe, alcool, “sballo”e quant’altro sono ormai le parole chiave di qualsiasi fascia d’età. Eppure Dio ti parla, e la sua voce si può sentire solo se presti attenzione.

4)      L’uomo non ci bada, perché permette ad altri di filtrare il messaggio di Dio.
In uno stato degli USA, un giovane, dopo aver commesso un omicidio, fu condannato dal governatore alla pena di morte. Mentre questo giovane si trovava in prigione, nel braccio della morte, era visitato quotidianamente da diversi “ministri di culto” ed un giorno giunse a dire “Basta, non ne posso più di tutti questi religiosi. Io sto per morire e tutto ciò che offrono sono soltanto parole”. Nel frattempo, grazie all’intercessione della popolazione locale che, attraverso varie manifestazioni chiedeva la sua liberazione, il governatore decise di accordargli la “Grazia”.
Il governatore decise di recarsi personalmente dal giovane in incognito e, vestendosi da prete, giunse al carcere con in mano l’atto di Grazia. Appena il giovane lo vide da lontano cominciò ad urlare: “Mandatelo via! Nono voglio più sentire nessuno che mi parli di Dio!”  e la sua insistenza fu tale che il governatore fu costretto ad andarsene, ed il giovane rifiuto la Grazia che lo avrebbe reso libero.
A volte, nella nostra società, succede qualcosa di simile. L’uomo ha bisogno del vero messaggio di liberazione, concreto e reale, che proviene direttamente dal Signore, ma stanco di sentire le solite quattro chiacchiere dei religiosi, preferisce non badare nemmeno alla voce di Dio stesso.

5)      L’uomo non ci bada, perché è arrabbiato con Dio.
Molto spesso l’uomo non bada alla voce di Dio, perché rigetta il messaggio e l’opera di Colui che considera suo nemico, responsabile diretto di ogni male della vita.
“Perché dovrei stare ad ascoltare la voce di un Dio che mi ha fatto tanto male?”. Il Signore viene visto come un Dio lontano, disinteressato e crudele, quando in realtà sta cercando di parlare al tuo cuore e dimostrarti, con i fatti, che ti ama più di ogni altra cosa.

6)      L’uomo non ci bada, perché non ha tempo.
In ultimo, molti sollevano la “scusa” di non avere tempo per Dio. Il lavoro, i figli, la palestra. Sono troppo giovane, sono troppo vecchio. Non fa per me, ho troppe cose da fare, non mi posso impegnare. Si potrebbe continuare per molto: le scuse davanti alla voce di Dio sono davvero numerose.

                                                      
E SE CI BADA?
Abbiamo valutato cosa spinge l’uomo a non badare alla voce di Dio. E se invece vi prestasse attenzione, cosa succederebbe? Forse starai pensando che tutto questo “non ha senso” perché nella tua vita “Dio non ti ha mai parlato” o “non si è mai interessato veramente di te”; ma tu, ti sei mai preoccupato di sentire davvero la voce di Dio? Hai mai prestato attenzione, con tutto il cuore, a ciò che ha da dirti?
Dio parla con te, anche in questo momento, forse per l’ennesima volta.  Cosa farai?
La Bibbia promette con assoluta certezza (e noi lo possiamo testimoniare) che se un uomo presta attenzione alla voce di Dio la sua vita può venire completamente trasformata. Scompaiono dubbi ed incertezza, sostituiti da una profonda pace, “scocca” una scintilla d’amore verso Colui che prima era visto come un nemico.
Gesù afferma: “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Ap. 3:20). Anche oggi Gesù Cristo sta bussando alla porta del tuo cuore; ascolterai la sua voce o continuerai a fare finta di niente? Non è sufficiente “ascoltare”, occorre aprire la porta, permettere alla meravigliosa Grazia di Dio di colmare il vuoto del cuore.

All’inizio di questa riflessione abbiamo letto, nel libro di Giobbe, che “Dio parla all’uomo, ma l’uomo non ci bada”, tuttavia, sempre nello stesso libro è anche scritto “Se gli uomini  l'ascoltano, se si sottomettono, finiscono i loro giorni nel benessere, e gli anni loro nella gioia(Giobbe 36:11). Fai la scelta giusta: ascolta la voce di Dio.

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(Articolo ispirato ad una predicazione del pastore Cesare Cananzi del 10 settembre 2011)

venerdì 2 settembre 2011

Il "mistero" del secondo comandamento



Tutte le religioni che si dicono cristiane sono concordi nell’affermare l’assoluta importanza dei 10 comandamenti,  e di conseguenza il titolo di questa riflessione potrebbe suscitare non poche perplessità. Effettivamente, in una nazione religiosa come la nostra, ogni pio fedele è assolutamente certo di conoscere, quantomeno a grandi linee, i dieci comandamenti. E probabilmente i più preparati, davanti alla richiesta di enunciare il secondo comandamento, citerebbero con fiera certezza la seguente espressione “Non nominare il nome di Dio invano”.
Tuttavia potrebbe risultare una amara “sorpresa” scoprire che in realtà la loro affermazione è falsa, perché il comandamento citato non è il secondo, bensì il terzo.
E non si tratta di una semplice dimenticanza, quanto piuttosto di un vero è proprio insabbiamento. Il secondo comandamento, infatti, è stato letteralmente “oscurato”.
I 10 comandamenti sono una Legge Morale che Dio stesso ha stabilito per gli uomini, e sono riportati in due passaggi della Bibbia, ed in entrambi esiste un “secondo” comandamento che, stranamente, non viene pronunciato nelle stanze e nelle chiese della religione più diffusa del nostro Paese.


IL SECONDO COMANDAMENTO
Il mistero si infittisce. Per quale motivo oscurare un comandamento che Dio stesso ha dato? E soprattutto, cosa dice questo comandamento?
Entrando in una chiesa evangelica, la prima cosa che colpisce il visitatore è l’assenza di immagini, ciondoli, candele, statue ed altari vari ed eventuali. Entrando in una “chiesa” infatti, siamo abituati a vedere quadri, statue ed altari che ritraggono personaggi del passato, davanti ai quali inginocchiarsi per rivolgere preghiere. Da dove deriva questa diversità nel mondo evangelico? Dal secondo comandamento! I comandamenti si trovano in Esodo 20 e Deuteronomio 5, ed in entrambi i casi al secondo posto troviamo la seguente espressione:

“Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che stanno lassù nel cielo o quaggiù sulla Terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire” (Esodo 20:4-5, Deuteronomio 5:8-9)

Ecco il secondo comandamento. Dio vieta espressamente e senza possibilità di seconde interpretazioni al suo popolo di farsi immagini di qualsiasi natura e di prostrarsi davanti ad esse.


UN COMANDAMENTO RIPETUTO
Questo comandamento, così palesemente “coperto”, è invece uno dei più pressanti da parte di Dio in tutta la Bibbia. Pochi argomenti sono trattati con la stessa enfasi da parte di Dio, il quale esprime chiaramente la sua forte contrarietà alla pratica di farsi delle immagini sacre e prostrarsi davanti ad esse.
"Non vi farete e non metterete in piedi né idoli, né sculture, né monumenti. Nel vostro paese non rizzerete pietre scolpite per prostrarvi davanti a loro, poiché io sono il SIGNORE vostro Dio.” (Levitico 26:1) Non basterebbero numerose pagine per elencare tutti i riferimenti a questo ordine di Dio, che afferma ancora che coloro che si fanno immagini e le servono “Benché si dichiarino sapienti, son diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile” (Romani 1:23).
Pregare davanti ad una immagine, non solo è contrario al volere di Dio, ma non potrà porteti nessun beneficio. Geremia afferma che queste statue “sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non li temete! perché non possono fare nessun male, e non è in loro potere di far del bene" (Ger. 10:5). Dio da un’ottima descrizione di questa condizione nel Salmo 115: “I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano, la loro gola non emette alcun suono. Come loro sono quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano.”
Anche nel Nuovo Testamento questo concetto viene ribadito, quando Pietro afferma “Essendo dunque discendenza di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia simile a oro, ad argento, o a pietra scolpita dall'arte e dall'immaginazione umana” (Atti 17:29). Insomma, non c’è comandamento più ribadito del secondo.

Sarebbe davvero interessante scoprire cosa farai la prossima volta che entrerai in una “Chiesa” e ti troverai proprio davanti a queste immagini.  Farai finta di niente continuando con la tua religiosità superficiale, o prenderai  in considerazione ciò che Dio vuole veramente da te? Ignorerai anche tu il secondo comandamento?  

Rifletti ancora un istante con le parole del profeta Isaia:


Si tagliano dei cedri, si prendono degli elci, delle querce, si fa la scelta fra gli alberi della foresta, si piantano dei pini che la pioggia fa crescere. Poi tutto questo serve all'uomo per fare fuoco, ed egli ne prende per riscaldarsi, ne accende anche il forno per cuocere il pane; e ne fa pure un dio e lo adora, ne scolpisce un'immagine, davanti alla quale si inginocchia. Ne brucia la metà nel fuoco, con l'altra metà prepara la carne, la fa arrostire, e si sazia. Poi si scalda e dice: "Ah! mi riscaldo, godo a veder questa fiamma!" Con l'avanzo si fa un dio, il suo idolo, gli si prostra davanti, lo adora, lo prega e gli dice: "Salvami, perché tu sei il mio dio!"
Non sanno nulla, non capiscono nulla; hanno impiastrato loro gli occhi perché non vedano, e il cuore perché non comprendano. Nessuno rientra in sé stesso e ha conoscimento e intelletto per dire: "Ne ho bruciato la metà nel fuoco, sui suoi carboni ho fatto cuocere il pane, vi ho arrostito la carne che ho mangiata; con il resto farei un idolo abominevole? Mi inginocchierei davanti a un pezzo di legno?" (Isaia 44:14-19)