sabato 26 febbraio 2011

Qual è il modo migliore per avvicinarsi alla lettura della Bibbia?



La domanda potrebbe apparire banale, ma in realtà è di fondamentale importanza. Molti infatti si rivolgono alla Bibbia come se dovessero leggere un romanzo, dimenticandosi che essa non è un semplice libro, ma “il libro” per eccellenza. Occorre quindi avvicinarsi alla Bibbia con una attitudine di fede, allora essa rivelerà quanto non conosciamo, ci eleverà, ci allontanerà dai dubbi più atroci, ci aiuterà a comprendere meglio noi stessi e il prossimo, ci aprirà nuovi orizzonti e ci farà vivere una vita migliore.

UN METODO VALIDO

Chi legge la Bibbia con una giusta attitudine scoprirà che non potrà farne più a meno, perché essa diventa “il pane della vita”. Perciò occorre:

     a)      Procurarsi una Bibbia scritta a caratteri grandi per una facile lettura, e in un linguaggio moderno. Molti infatti, nell’avvicinarsi alla lettura della Bibbia, riscontrano il problema di dover leggere da dei grossi volumi, pesanti, pieni di immagini e scritti con parole arcaiche. Non tutte le Bibbia sono così: esistono versioni “maneggevoli”, accurate e aggiornate al linguaggio contemporaneo. (Puoi richiederne una gratuitamente QUI);
b)      Stabilire un periodo ben definito di ogni giorno da dedicare alla lettura della Bibbia, da considerare come appuntamento quotidiano con Dio ed al quale non si può mancare;
c)       Leggere la Parola di Dio per il proprio sviluppo spirituale, ricordando che quanto si legge è il consiglio diretto ed immediato di Dio. In questo modo avremo la risposta ai problemi della nostra esistenza, anche i più intimi;
d)      Leggere con attenzione, chiedendosi: “Cosa vuole dirmi il Signore? Questo passo biblico cosa mi insegna?” Se saremo disposti ad imparare, Dio ci istruirà;
e)      Non leggere frettolosamente, cercando invece di immedesimarsi nell’evento biblico che si legge. Bisogna sempre ricordare che eventi e personaggi non sono miti né leggende o frutto della fantasia umana, per questo le esperienze bibliche sono una lezione sempre valida per ogni lettore.

DA DOVE COMINCIARE?
La Bibbia non deve essere letta come qualsiasi altro libro e cioè dal principio alla fine. La Bibbia è come una biblioteca, la biblioteca divina, nel quale si può cercare ciò che occorre. Il termine “Bibbia” significa letteralmente “i libri” ed infatti essa non è un libro, ma un insieme di 66 libri. A molti piacciono le biografie, e le Sacre Scritture ne sono piene. I personaggi descritti non sono mitizzati, ma presentati al naturale, per quello che erano, pregi e difetti. Ci sono storie avventurose come quelle di Mosè o Giuseppe, storie romantiche come quella di Ruth o Giacobbe. Se invece si amano le poesie, il libro più lungo della Bibbia, il libro dei Salmi, è tutto in poesia. Ancora, il libro dei Proverbi è una guida eccezionale per ogni aspetto ed attività della vita, e così via fino al Nuovo Testamento.

RIVOLGERSI AL NUOVO TESTAMENTO

Oltre che in 66 libri, la Bibbia si suddivide in due grandi sezioni: l’Antico ed il Nuovo Testamento. Il secondo gruppo parte con la nascita di Gesù, ed è quindi consigliabile partire nella lettura della Bibbia proprio dal Nuovo Testamento perché narra di eventi più vicini a noi; anche perché, come abbiamo detto, non è necessario leggere la Bibbia dall’inizio. Il libro di Marco potrebbe essere uno dei più indicati per iniziare questa lettura. Egli chiama il suo libro “Evangelo” che significa “Buona Notizia”. L’intero libro potrebbe essere letto in breve tempo e fornisce un resoconto sintetico della vita terrena del Salvatore. I vangeli di Matteo e di Luca aggiungono molti altri dettagli ed affascinanti episodi a quelli già descritti da Marco; come la nascita di Gesù o le penetranti parole dell’incomparabile Sermone sulla montagna. Nessuno ha mai superato Gesù come narratore. In Luca troviamo scritti alcuni dei suoi più bei racconti (le parabole), che sono episodi di vita quotidiana che hanno una applicazione spirituale ed eterna. Tra le più belle (e più note) ricordiamo ad esempio quella del Figlio Prodigo e del Buon Samaritano. Nel Vangelo di Giovanni viene narrata nel dettaglio la passione e la resurrezione di Gesù; quest’ultimo evangelo potrebbe essere considerato il cardine del messaggio di Cristo all’umanità, che si riassume nel verso 16 del capitolo 3 “Poiché Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unico Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna”.  

La persone cercano costantemente risposte ai problemi ed agli interrogativi della vita. La Bibbia ha la risposta; Gesù Cristo è la risposta. Prendi anche tu l'impegno di leggere la Bibbia con la giusta attitudine, e scoprirai che Dio ha qualcosa da dire proprio a te.

(LIBERAMENTE tratto da "A Domanda Risponde", F. Toppi, Ediz. ADI-Media)





sabato 19 febbraio 2011

Che colpa posso avere io se non ho fede?



Molte volte sentiamo ripetere questa frase da persone che ascoltano il messaggio dell’Evangelo, ma che poi, alla fine, sollevano questo problema. Considerando questa domanda, verrebbe da pensare che l’intera umanità sia stata suddivisa “a priori” in persone in grado di credere ed altre no. Qualcuno sarebbe venuto al mondo con la “fortuna” particolare di possedere la fede, ed opposti a questo gruppo di “eletti” vi sarebbero tutti gli altri, sfortunati, che apparterrebbero a quella maggioranza di “esclusi”. In realtà questa visione è solamente un alibi, una scusa, che serve a mimetizzare una indifferenza o magari, in altri casi, l’orgoglio di coloro che preferiscono non ritenersi impegnati. Questa idea infatti, è totalmente estranea all’Iddio Creatore e Salvatore dell’uomo.

LA FEDE NATURALE

Nessun individuo è venuto al mondo senza la capacità di riporre la sua fiducia in se stesso, in qualcosa o in qualcuno. Gli atti più consuetudinari dell’esistenza sono fondati proprio su questo genere di fiducia: la “fede naturale”. Prima ancora di alzarsi dal letto al mattino a nessuno sorge il dubbio che il pavimento crollerà sotto i suoi piedi. Uscendo per recarsi a scuola, in ufficio, al lavoro, nessuno, prendendo l’autobus sotto casa, si domanda se l’autista è veramente abilitato e capace di condurre il veicolo. Nessuno si permette di chiedergli di mostrare la patente di guida, eppure, molto probabilmente, è un perfetto sconosciuto. Ogni atto, dal più insignificante al più importante della nostra vita è fondato su questa “fiducia innata”: la fede naturale.
Come mai, poi, per quanto riguarda Dio e l’eternità, Cristo ed il perdono dei peccati, molti affermano “Non ho fede”? La stessa fiducia naturale che si possiede per molti aspetti dell’esistenza quotidiana, va esercitata per le cose eterne e allora si scoprirà che Dio non ha riguardo alla qualità delle persone.

LA FEDE DONO DI DIO
Quando questa “fede naturale” si manifesta per alimentare la fiducia nelle promesse divine, allora si compie il miracolo. La Bibbia afferma che “La fede viene dall’ascolto, dall’ascolto che si ha per mezzo della parola di Cristo” (Romani 10:17). La parola di Cristo non è altro che la “Buona Notizia”, vale a dire che Dio ti accetta attraverso l’opera di Gesù Cristo sulla croce. Infatti, mentre si ascolta la predicazione dell’Evangelo e si esercita la “fiducia innata”, per accettare la logica dell’annuncio della misericordia divina (che supera ogni intelligenza), Dio interviene per lo Spirito Santo, donando il dono della fede e della grazia.
E’ per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; è ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8). Da quel momento si stabilisce un rapporto nuovo tra lui e Dio, per mezzo di Gesù Cristo; senza sforzo, “naturalmente”, si accetta la Parola di Dio, si crede nelle Sue promesse. Come non mettiamo il dubbio che l’autista dell’autobus ci condurrà fino a destinazione, ancora più serenamente e con certezza crediamo che Gesù, il quale è morto per i nostri peccati e risorto per la nostra riconciliazione davanti a Dio, si prenderà cura di noi quotidianamente.

GLI OSTACOLI PSICOLOGICI

Alcuni pensano che la “fede” sia qualcosa di tanto arduo da raggiungere, da dover essere acquisita gradatamente, con studi teologici profondi e prolungati. Lo studio arido delle discipline religiose non produce la fede; essa è miracolosamente prodotta dalla Parola di Dio. Basta leggere i Vangeli per scoprire questa grande verità. Uomini e donne di ogni estrazione etnica, sociale e religiosa, nel momento in cui si sono trovati alla presenza di Gesù hanno riposto quella “fiducia innata” che ben presto si è trasformata in “fede operante”. Alcuni pensano che non riusciranno mai ad avere fede, è uno sforzo troppo grande e ne sono incapaci; ma la fede è data liberamente da Dio, è un suo dono, che può essere sperimentato nel momento in cui ci apriamo ad un rapporto personale con Cristo.
Altri affermano che è necessaria tanta fede e loro, invece, non né hanno a sufficienza. Così facendo dimenticano la parole di Gesù “Se avete fede quanto un granello di senape...niente vi sarà impossibile” (Matteo 17:20). Il granello di senape è il più piccolo di tutti i semi e quindi Cristo, con questa similitudine, vuole incoraggiare e sottolineare che non è necessaria una “montagna di fede”.


Nella concezione comune, un dono, un regalo, è sempre legato ad un merito. Sin da piccoli ogni regalo era sempre la ricompense di una buona azione, ma in realtà dono e premio non sono sinonimi. Il dono è un regalo gratuito ed immeritato, mentre il premio è una ricompensa che si concede come riconoscimento di un merito. La fede non è un premio, ma un dono; e quindi chiunque può essere il destinatario di questo regalo divino, se soltanto si dispone ad accettarlo.

(Liberamente tratto da "A domanda risponde", F.Toppi, edizioni ADI-Media)

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venerdì 18 febbraio 2011

La chiesa evangelica: un capitolo della storia di Lugo


2011 A.D.
Nella tranquilla città di Lugo, all’interno di un complesso commerciale, tra gente impegnata a riporre le buste della spesa nei bagagliai delle macchine ed altri che cercano parcheggio, si scorge silenzioso un nutrito gruppo di persone che si raduna, ogni domenica, vestiti eleganti e Bibbie sotto braccio. Sono gli evangelici, o come direbbe qualcuno gli “evangelisti”. 
“Ecco qua, l’ennesima religione! Ecco l’ennesimo gruppo spirituale, fanatico al quale è meglio stare alla larga”, potrebbe pensare qualcuno, mentre osserva queste persone, serene, salire le scale per recarsi in chiesa, dove si svolgerà il culto. 

Eppure, molti non sanno che proprio la storia della città di Lugo riserva una capitolo fortemente intriso del movimento evangelico, ed una evidente traccia di questo è la grande targa dedicata ad Andrea Relencini, affissa sull’ingresso della Rocca, edificio simbolo della città.

ANDREA RELENCINI

Chi era Andrea Relencini? Definito da Olindo Guerrini un “libero pensatore”, Andrea Relencini era un credente di fede luterana, il quale aderì pienamente a quelli che sono i fondamentali principi evangelici: Sola Fide (“solo la fede” è l’elemento che può avvicinare l’uomo a Dio), Sola Gratia (solo la grazia può rendere l’uomo giustificato. Non opere, pellegrinaggi o sacrifici, perché l’uomo risulterà sempre insufficiente), Sola Scriptura (“solo la Sacra Scrittura” è la regola di fede e condotta cristiana). Per questa sua fede incrollabile nella purezza dell’Evangelo, Andrea Relencini fu impiccato e bruciato a rogo nel 1581 a Lugo, nella piazza centrale. Gli fu più volte offerta la possibilità di rinnegare il suo credo, ma persino in punto di morte scelse di non barattare la sua vita con una verità compromessa.
Il seguente testo è tratto da uno scritto di Ambrogio Bongiovanni (1848-1916) già Direttore della Biblioteca Trisi di Lugo, storico, amante degli eventi di Romagna, che così scrive:
“”Nella piazza era stata preparata una catasta di legna disposta a squadra, necessaria per il rogo “purificatore” e la gente era ammassata all’esterno della Rocca in attesa che fosse calato il ponte levatoio per poter accedere alla piazza.
...
Cominciano con l’entrare nella piazza cento cavalieri in armi, i trombettieri che con i loro suoni fanno rabbrividire, uno stuolo di preti e frati con un gonfalone su cui è disegnata una croce irta di chiodi. Ecco poi entrare il potere rappresentato dai membri dell’ufficio dell’inquisizione, dai dignitari del sacro ordine domenicano, dal rappresentante del vescovo di Imola, dal commissario estense e così via con giudici, notai, anziani della comunità, valletti, cavalieri, sgherri ed altra gente armata. 
Uno scabino sale sul palco dove già è stato portato il disgraziato a lato della forca e dà lettura all’atto d’accusa. Dopo ciò un frate si avvicina al condannato con una croce in mano esortandolo all’abiura ed al pentimento. Al rifiuto con la “fiera ostinatezza col dover obbedire alla intimazione del tribunale inquisitorio” da parte del condannato, un notaro del seguito legge le sentenza di morte. “Ei non tiene china ne tentenna la testa, e rifiuta di baciare un Cristo di legno, mentre lo porta nel cuore”.
Ad un gesto del giudice, la vittima viene presa in consegna dal carnefice per la ferale esecuzione. Viene impiccato e non si ode da lui un gemito o un lamento ed appena dati gli ultimi tratti di vita, viene tagliata la corda e gettato nella catasta di legna a cui è appiccata il fuoco. Eseguita la sentenza le sue ceneri vengono disperse perché di lui non resti niente.""

FANINO FANINI

Quasi contemporaneo del Relencini, anche Fanino Fanini, un giovane fornaio faentino, che dopo aver annunciato per due anni i principi evangelici nella città di Lugo, fu processato a Ferrara, perché sorpreso a predicare dottrine “ereticali” a Bagnacavallo. Non era il solo, ma in quel periodo a Lugo e nelle città vicine era sorto un vero e proprio movimento di natura evangelica che includeva numerose persone. I «nuovi ed entusiasti profeti della Riforma» predicavano dovunque, dai luoghi di lavoro ai sagrati delle chiese dopo la messa e perfino nei monasteri. Fanino, con i suoi amici Barbone Morisi e Giovan Matteo Bulgarelli, Alessandro Bianchi, Nicola Passerino e un tale Nicoletto, erano riusciti a penetrare nel monastero di Santa Chiara di Bagnacavallo per ammaestrare le suore, spinte a leggere libri “proibiti”, a non credere nei sacerdoti, in quanto vi è un solo sacerdote, Gesù Cristo, a non invocare i santi, poiché vi è un solo mediatore, Gesù Cristo; portando queste suore alla conversione all’Evangelo. Nonostante l’intercessione di nobili personalità di allora, il giovane Fanino fu arrestato e il 22 agosto del 1550 fu impiccato e poi bruciato. Le ceneri furono gettate nel Po. Il coraggio, la fermezza, l'entusiasmo del trentenne fornaio faentino, insensibile al pianto della moglie e dei figli, convinto di essere stato eletto al martirio come testimone di Cristo, ebbe una vasta risonanza in Italia e fuori d'Italia.

LA CHIESA DI LUGO
Andrea Relencini e Fanino Fanini sono solamente due dei numerosi personaggi che hanno tracciato un profondo solco evangelico nella città di Lugo. Un solco che è proseguito fino ad oggi e che conosce un rinnovato zelo per la nascita della Chiesa Evangelica di Lugo. Dei due fedeli di cui abbiamo parlato furono disperse le ceneri, affinché se ne perdesse ogni ricordo; eppure oggi, a distanza di 500 anni anche su quelle ceneri sorge una comunità di credenti evangelici, fedeli agli stessi principi ed ideali ispirati alla semplicità ed alla purezza dell’Evangelo. Questo a testimonianza che nessuna cosa potrà mai fermare l’Opera di Dio.
La Chiesa Evangelica di Lugo, parte dell’associazione nazionale delle Chiese Evangeliche Assemblee di Dio in Italia, nasce nel 2005, quando un piccolo gruppo di fedeli, composto appena da 12 persone, cominciarono a riunirsi in una piccola saletta concessa dal comune. Col passare del tempo si manifestò la necessità di provvedere ad un locale proprio, e fu così che nel 2007 la chiesa si trasferì in un modesto locale con una capienza di circa 50 posti a sedere. La benedizione di Dio non è mancata e presto anche quel locale si è rivelato insufficiente a contenere il crescente numero di persone che, nel tempo, si sono accostate all’Evangelo ed hanno scoperto e sperimentato nella loro vita la meravigliosa Grazia di Dio.
Da gennaio 2011, la chiesa di Lugo si è trasferita al primo piano del Centro Commerciale “Globo”, dove già stiamo vedendo che Dio continua a chiamare altre persone alla conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo.



domenica 13 febbraio 2011

Il vero battesimo cristiano



Parlando di “battesimo” la nostra mente viene subito proiettata verso quel rito nel quale un sacerdote bagna la fronte del neonato, appena dopo qualche giorno dalla sua nascita.
Nonostante questo sia l’immaginario comune, è davvero questa la modalità con cui i primi cristiani venivano battezzati? Questa pratica del battesimo dei neonati per aspersione (bagnando solo la fronte) corrisponde a quello che Gesù insegnò ai suoi discepoli? Cosa ne pensa la Bibbia?

ASPERSIONE O IMMERSIONE?
La parola “battezzare” utilizzata appunto nella formula battesimale, significa letteralmente “immergere”; ed effettivamente anche le chiese che battezzano per aspersione (bagnare solo la fronte) riconoscono che, in origine, il metodo utilizzato dai primi cristiani era proprio l’immersione. Vi sono inoltre buone ragioni per credere che i Giudei del tempo apostolico intendessero il battesimo come una immersione; essi infatti conoscevano già il “battesimo dei proseliti”, che significava la conversione di un pagano al giudaesimo; il convertito stava in piedi nell’acqua fino al collo mentre gli veniva letta la Legge ebraica; dopo di che lo si immergeva nell’acqua, indicando così che era stato purificato da ogni contaminazione del paganesimo.

IL CANDIDATO.

Chi può essere battezzato? L’indicazione di Gesù è chiara e non lascia spazio a diverse interpretazioni: Andate per tutto il mondo e predicate l'evangelo ad ogni creatura; chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non ha creduto sarà condannato» (Evangelo di Marco, 16:15). Può essere battezzato solamente chi ha, in precedenza, creduto. Tutti coloro che si sono sinceramente pentiti dei loro peccati ed esercitano una fede vivente nel Signore Gesù, sono idonei a ricevere il battesimo. Dal momento che i bambini sono innocenti, e non hanno peccati dei quali pentirsi, non possono nemmeno esercitare una fede per credere e vengono quindi logicamente esclusi dal battesimo in acqua. Inoltre è utile considerare che in diversi casi la Bibbia riporta, nel Nuovo Testamento, episodi di battesimi e in nessun caso vengono battezzati dei bambini; ma solamente adulti consenzienti e consapevoli della loro scelta; Gesù stesso fu battezzato per immersione all'età di 30 anni. Il pedobattesimo (battesimo dei bambini) è quindi una pratica basata solamente una tradizione, in aperto contrasto con la Bibbia, che si è fatta strada all’interno della chiesa solamente a partire dal III-IV secolo.

IL SIGNIFICATO

Il battesimo in acqua, da adulti e per immersione, non agisce comunque in maniera “magica” e non ha in sé alcuna potenza di salvare. Il significato del battesimo ha quindi un valore simbolico, con il quale il credente che abbraccia la fede in Cristo Gesù si unisce alla chiesa di Dio, con questo atto di ubbidienza alla sua volontà. Pertanto, le persone non sono battezzate affinché siano salvate, ma sono battezzate perché sono state salvate. Questo ordinamento di Gesù (o sacramento) non è quindi indispensabile alla salvezza, ma è indispensabile per una vita di completa ubbidienza alla Parola di Dio. Come l’elezione di un Presidente è completa con il suo insediamento, così un cristiano già “eletto” (salvato) attraverso il battesimo entra a far parte a tutti gli effetti di una comunità cristiana.
Il battesimo, attraverso i due momento che lo caratterizzano, l’immersione e la riemersione, rappresenta quindi esteriormente l’opera che Dio ha già compiuto interiormente: la “morte” al peccato (immersione), ovvero il desiderio di non voler più vivere lontano dalla fede in Dio, e la nuova nascita (riemersione) ad una vita di obbedienza alla volontà del Signore.

In conclusione, la domanda che coloro che si professano “cristiani” dovrebbero porsi è questa: può una “tradizione di uomini” abolire e contrastare quello che è il chiaro volere di Dio, espresso tramite la Bibbia?

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domenica 6 febbraio 2011

La Bibbia è davvero un libro ispirato da Dio?



Tra i tanti libri che sono stati scritti nel corso della storia, nessuno è stato mai oggetto di dibattito quanto la Bibbia. In una società in cui le persone sono sempre più alla ricerca della “Verità”, Dio, attraverso le Sacre Scritture, offre all’uomo una luce nelle tenebre, un faro di speranza, un terreno stabile su cui poggiare la propria vita. La Bibbia, un libro che attraversa trasversalmente la storia dell’umanità, non conosce limiti di spazio e di tempo; e dopo oltre 3500 anni è ancora il più diffuso dei “best seller”. Cosa rende così speciale questo libro? Per ogni credente, la Bibbia è base e fondamento della fede e della condotta cristiana, perché rappresenta la Parola di Dio diretta all’uomo. Stando così le cose, perché addurre prove esterne dell’accuratezza delle Sacre Scritture e della loro generale attendibilità? Facciamo questo non per credere che esse sono vere, ma perché sentiamo che sono vere.

La Bibbia è un libro assolutamente unico nel suo genere, e questa sua unicità ne tradisce l'origine divina. La Bibbia è un libro che è stato scritto in un tempo di circa 1500 anni, da circa 40 autori diversi, provenienti da diverse estrazioni sociali (re, pescatori, medici,...) e da luoghi geograficamente lontani, eppure non si contraddice mai; anzi presenta in modo lineare e logico lo stesso messaggio, dalla Genesi alla Apocalisse: il piano della salvezza di Dio per l'uomo. Questo aspetto non è assolutamente da sottovalutare, in quanto unico nel suo genere. Se noi raccogliessimo la letteratura medica italiana su un determinato argomento (ad esempio, "la peste") degli ultimi 500 anni, scopriremmo che persone della stessa estrazione sociale (medici) della stessa area geografica (Italia) in un arco di tempo molto meno esteso (500 anni) fornirebbero versioni estremamente diverse, contrastanti e contraddittorie sullo stesso argomento. Troveremmo chi afferma che la peste si trasmette attraverso i vestiti, chi sostiene che la peste era portata dagli untori, chi invece asseriva che si trasmettesse per via aerea, e così via. La Bibbia contiene in sè una linearità che è assolutamente non umana e che può essere spiegata solamente credendo in una Mente sovrintendente all’opera. Oltre a questo, le Sacre Scritture sono un libro senza età; sebbene sia uno dei libri più antichi infatti, rimane uno dei più moderni. L’anima umana non potrà mai farne a meno. Il pane è uno dei cibi più antichi, ed è pure uno dei più attuali. Finché gli uomini avranno fame, mangeranno il pane e finché brameranno Dio e le cose eterne, desidereranno la Bibbia.


La Bibbia contiene centinaia di profezie che si sono avverate.
All'interno di questo libro meraviglioso sono descritti eventi con riferimenti estremamente dettagliati e precisi che si sono poi, più tardi, verificati. Qualche esempio:
Isaia 44:28 io dico di Ciro: 'Egli è il mio pastore; egli adempirà tutta la mia volontà, dicendo a Gerusalemme: 'Sarai ricostruita!' e al tempio: 'Sarai fondato!'
Qui si parla di Ciro, re di Persia. Il fatto è che questa profezia fu fatta ben 150 anni prima dell'incoronazione del re Ciro!
Oppure pensiamo a tutte le profezie riguardo a Gesù. Nell'Antico Testamento, centinaia di anni prima della venuta di Cristo, era già stato predetto che sarebbe nato a Bethlemme (Michea 5:1), che sarebbe morto per l'umanità (Isaia 53 fornisce una descrizione incredibilmente dettagliata della passione, ben 700 anni prima). Ancora riguardo alla distruzione del Tempio di Gerusalemme; Gesù disse che non sarebbe restata "pietra sopra pietra" e nel 70 d.C. il re Tito fece letteralmente smantellare il Tempio pietra per pietra, per estrarne l'oro contenuto all'interno!

La Bibbia contiene lungimiranti riferimenti scientifici. Sebbene la Bibbia non sia un libro di scienze, si noti l’assenza totale di tutte le assurdità che si trovano in molti altri libri sacri (la terra nata da un uovo, la terra poggia su una testuggine, ecc...). Anzi, contiene riferimenti scientifici che gli scrittori non potevano assolutamente conoscere (in quanto non ancora scoperti) e che rivelano quindi sotto un altro aspetto la provenienza divina di questo libro.
Noi sappiamo che la terra è sferica, ma certamente non era cosa risaputa ai tempi del profeta Isaia (oltre 2700 anni fa). Eppure Isaia scrive: L'Eterno è assiso sul globo della terra (Is. 40:22); e ancora Giobbe (il libro più antico della Bibbia) afferma in modo assolutamente inspiegabile per il suo tempo che la Terra è "sospesa nel nulla" (Giobbe 26:7)!


La Bibbia è il libro più diffuso. La Bibbia è senza dubbio il libro che più di tutti, nella storia, ha conosciuto persecuzione. Eppure, nonostante tutte le avversità, le Sacre Scritture rappresentano ancora oggi il libro più letto e più stampato in assoluto. Tradotta in oltre 1500 lingue, la Bibbia ha raggiunto indistintamente tutti i continenti e quasi tutte le popolazioni del mondo. Questo, al tempo degli apostoli, era assolutamente impensabile, eppure Gesù lo aveva predetto. E questo vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza a tutte le genti (Matteo 24:14). Anche in questo aspetto si può vedere la mano di Dio, direttore ed architetto di un glorioso progetto, il quale prevede che la Sua volontà sia conosciuta in tutto il mondo. In merito a questo è interessante riportare un famoso e curioso aneddoto: Il filosofo francese Voltaire, affermò nel ‘700 che la Bibbia sarebbe stata dimenticata nell’arco di un secolo, eppure, dopo soli venticinque anni dalla sua morte, la sua casa e le sue presse tipografiche furono usate dalla Società Biblica di Ginevra per stampare e diffondere la Parola di Dio, ed ancora oggi la casa di Voltaire è un magazzino di Bibbie.

La Bibbia ha trasformato la nostra vita. E la vita di altre milioni di persone.
“Ma voi credete davvero a quel libro?”, disse un professore di una università di New York ad una credente che aveva frequentato dei corsi biblici. “Sicuro che ci credo” rispose la donna, “ho avuto occasione di conoscerne personalmente l’Autore”.
Noi siamo pienamente convinti che la Bibbia non sia un semplice libro, bensì la Parola di Dio ispirata dallo Spirito Santo, una Parola vivente ed efficace, antica e nel contempo attuale. Numerosi sono i motivi e le ragioni che ci portano a crederlo, ma l’argomentazione più importante resta che la Bibbia ha trasformato milioni di vite, influenzato civiltà, portato luce, ispirato e confortato gente di ogni popolo e nazionalità, in un’opera che è ancora in pieno progresso.


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martedì 1 febbraio 2011

E' giusto consultare l'oroscopo?


L'oroscopo, che consiste nella predizione del futuro di un individuo basandosi sulla posizione degli astri al momento della sua nascita è ormai divenuto molto comune ai nostri giorni. Non esiste ormai giornale o rivista che non abbia il proprio oroscopo, e perfino radio e televisione lo trasmettono, anche più volte nella stessa giornata e, spesso, perfino dopo rubriche religiose, a riprova della tendenza pluralistica della società attuale. La maggior parte dei lettori, e perchè no anche i cristiani, leggono gli oroscopi per pura curiosità, precisando con divertita incredulità di non dare nessun peso e nessuna fiducia a quanto è scritto.

L'ASTROLOGIA E' VERAMENTE UNA SCIENZA?

L'oroscopo è parte integrante dell'astrologia. Sarebbe prima di tutto il caso di domandarci se l'astrologia, che studia l'influsso degli astri sulla vita umana, sia veramente una scienza. Adotta metodi di ricerca fondati su leggi precise che costituiscono norme costanti, che regolano fatti e fenomeni naturali, oppure non c'è nulla di costante e di stabile? Indubbiamente l'astrologia è una "scienza" antica, che ha avuto origine nel periodo sumerico, in babilonia, e che ancora oggi tratta di previsioni e pronostici. Entriamo quindi nel campo delle cosiddette "scienze occulte", cioè quelle dottrine, pratiche e conoscenze che si pretende esistano in natura, ma che sono tali da sfuggire alla normale indagine scientifica.

IMPRECISIONE ED INATTENDIBILITA' DEGLI OROSCOPI

Gli oroscopi costituiscono in realtà un mezzo per attrarre i semplici nel tranello dell'occultismo. La loro inattendibilità è resa palese almeno dalle seguenti ragioni:
a) Gli astrologi, frequentemente, per lo stesso periodo forniscono interpretazioni diverse dell'oroscopo di uno stesso individuo. Se il metodo fosse fondato su leggi scientifiche, non lascerebbe sapzio a versioni differenti;
b) L'astrologia non può spiegare come individuo nati nello stesso periodo e sotto l'influsso degli stessi astri abbiano invece sorti differenti;
c) Gemelli monocellulari (che nascono a distanza di solo qualche minuto), mostrano personalità, tratti del carattere e sorti diverse;
d) L'astrologia non è considerata una scienza dagli astronomi, in quanto si fonda sui segni zodiacali che non coincidono più con le costellazioni dello stesso nome a causa del fenomeno astronomico denominato "processione degli equinozi";
e) L'origine dell'astrologia, e di conseguenza degli oroscopi, è di origine pagana ed idolatrica.

LA BIBBIA COSA NE PENSA?

L'astrologia è condannata dalla Sacra Scrittura, addirittura come una abonimazione davanti a Dio. Nel libro del Deuteronomio infatti si legge "Non si trovi in mezzo a te...chi esercita la divinazione, nè pronosticatore, nè augure, nè mago, nè chi consulti gli spiriti, nè chi dica la buona fortuna, nè negromante; perchè chiunque fa questa cose è in abominio al Signore" (Deuteronomio 18:9-10). Quindi è evidente la precisa ingiunzione della Bibbia, in quanto credere che gli astri esercitino una influenza mistica sugli esseri umani è una pratica che non ha nulla a che vedere con Dio. E' solo una forma di nefasto fatalismo, che tende a paralizzare tutte le buone iniziative dell'individuo, a sottrarlo dalle proprie responsabilità facendolo vivere sotto la terrorizzante limitazione di una reale dipendenza psicologica.

UNA VERA GUIDA
I cristiani vengono invitati da Dio a non dare ascolto agli uomini nè ad affidarsi ai loro insegnamenti se non sono fondati sulla Parola di Dio: la Bibbia.
"Se vi si dice: 'Consultate quelli che evocano gli spiriti e gli indivini, quelli che sussurrano e bisbigliano, ripodente: 'Un popolo non deve forse consultare il suo Dio? Si rivolgerà ai morti in favore dei vivi?" (Is. 8:19)
A chi deve rivolgersi il credente che abbia bisogno di guida e di luce? Il Signore ha messo a disposizione dei suoi discepoli la sua Parola: "La tua Parola è una lampada al mio piede, e una luce sul mio sentiero" (Sal. 119:105).
La Bibbia è la bussola di ogni vero credente!

(Liberamente tratto da "A domanda rispode", F. Toppi, p.23)



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