martedì 12 luglio 2011

BREVE PROFILO STORICO DEL MOVIMENTO PENTECOSTALE IN ITALIA



Gli inizi
Le chiese cristiane evangeliche di fede pentecostale non sono una nuova chiesa né una nuova religione; esse infatti si identificano piuttosto nel ritrovato vigore spirituale di una chiesa antica di 2000 anni. Questo fenomeno, descrivibile come una ricerca di aderire ai soli principi della Bibbia e il desiderio di avere la fede e lo zelo della prima chiesa cristiana, ha assunto nel mondo proporzioni inimmaginabili e prende il nome di Risveglio Pentecostale.
Secondo il CENSUR (Centro di Studi sulle Nuove Religioni) il pentecostalismo rappresenta il maggiore movimento di risveglio nella storia del cristianesimo: in meno di un secolo dalla sua origine [...] ha raggiunto la cifra di 470 milioni di fedeli, più di un quinto dei cristiani presenti oggi nel mondo.
Sebbene siano numerosi i  fattori che hanno portato alla nascita del movimento pentecostale, ci limiteremo a dire che questo risveglio religioso conosce la sua origine ufficiale il 1 gennaio 1901, quando Agnese Ozman [foto], una studentessa della Bethel Bible School di Topeka realizzò per prima la veridicità e l’attualità della promessa di Gesù riguardo al battesimo nello Spirito Santo: quella notte infatti, Agnese fu riempita di Spirito Santo e cominciò a parlare in altre lingue, esattamente come successe ai discepoli il giorno di Pentecoste.
Cominciò da allora, all’interno della Scuola Biblica Bethel , un profondo interesse nei confronti della persona dello Spirito Santo.  Il direttore Charles F. Parham, concesse anche ad alcuni studenti afro-americani la possibilità di partecipare alle lezioni nella sua scuola, e tra questi studenti era presente William J. Seymour, un pastore battista, che riconoscendo il fondamento biblico della dottrina del battesimo dello Spirito Santo, aprì un locale di culto a Los Angeles, precisamente al numero 312 della strada chiamata Azusa Street. Questo luogo può essere considerato il punto d’avvio del pentecostalismo.
In quel luogo Dio cominciò a battezzare con lo Spirito Santo e migliaia di persone furono richiamate ad Azusa Street per verificare, di persona, gli eventi che accadevano.

I primi italiani
In quegli anni negli Stati Uniti era presente anche una importante rappresentanza di italiani, emigrati in cerca di fortuna: uno di questi, Luigi Francescon, ricevette il battesimo nello Spirito Santo nell’aprile del 1907. Fu proprio Francescon, insieme a Pietro Ottolini, che predicando nella chiesa presbiteriana italiana di Chicago furono testimoni di un evento che stravolse ulteriormente le loro vite: quel giorno, precisamente il 15 settembre 1907, lo Spirito Santo scese su tutta quella chiesa, e tutti furono riempiti, battezzati e parlavano in altre lingue; Francescon definirà quel giorno come “un giorno di sacra memoria” e “l’indimenticabile 15 settembre”.

                                                      Le prime chiese in Italia
Alcuni italiani, convertiti all’Evangelo, sentirono il desiderio di tornare in patria per condividere e diffondere la potente verità dell’Evangelo. Nel novembre del 1908 Giacomo Lombardi, un emigrato senza alcuna istruzione, giunse in Italia ed evangelizzò un amico di infanzia che abitava a Roma. Si formò un piccolo gruppo di credenti, il quale per circa due anni si riunì presso la casa privata dell’amico romano per lodare Dio e dopo un breve periodo, si costituì in comunità cristiana evangelica pentecostale. Nel 1910 Pietro Ottolini si trasferì in Italia per un periodo di quasi cinque anni. Nello stesso anno egli aprì una chiesa a Milano. Nel 1910 le comunità pentecostali in Italia erano in tutto quattro. Nel 1920 il loro numero salì a quattordici nonostante la prima guerra mondiale. Nel 1930 esistevano 148 chiese e nel 1940 divennero 175. Queste chiese non erano ancora organizzate e i neoconvertiti, provenienti direttamente dal cattolicesimo,  non erano a conoscenza né dell’eredità storica della Riforma né dei precedenti risvegli evangelici; essi ritenevano che, mediante l’Evangelo, si erano congiunti direttamente al cristianesimo dell’era apostolica.

La persecuzione (1930-1945)
Nel 1930 venne poi adottato il nome ufficiale di Congregazione Cristiana Pentecostale. Alessandro Iovino, scrittore, storico e saggista contemporaneo afferma che “la dirigenza fascista, una volta conquistato il potere, cercò di portare a termine il processo di normalizzazione nel Paese. Mussolini intuì che questo sarebbe stato possibile solo stringendo dei legami e un rapporto di reciproco rispetto con un’istituzione ben più radicata nel Paese del regime stesso: la Chiesa Cattolica. L’11 febbraio del 1929 furono perciò siglati i Patti lateranensi tra Mussolini e il cardinale Gasparri, ovvero un trattato, una parte finanziaria e un concordato. Questi benefici di cui godeva la Santa sede fecero in modo che, da parte del clero, venisse considerata inammissibile l’esistenza di altre confessioni religiose”.
Sebbene fosse ancora presente una “Legge sui culti ammessi”, il riconoscimento della Chiesa Cattolica come religione di stato aveva portato, di fatto, a condizioni di esistenza che rendevano difficilissima la vita per gli evangelici.
Sempre Iovino, nella sua relazione “Il movimento pentecostale tra riflessione storica e proiezione teologica” continua la disamina storica fino al momento più acuto della persecuzione, affermando:

Facendo leva sulle posizioni pacifiste dei pentecostali, il clero riuscì a mettere seriamente in difficoltà il loro mondo, che per tali ragioni divenne particolarmente inviso alle autorità fasciste. L’anno 1935 fu per i pentecostali di certo l’annus horribilis. Il 9 aprile fu ufficializzata, da parte del Ministero dell’Interno, l’infamante e discriminatoria circolare n° 600/158, più conosciuta come la “Circolare Buffarini-Guidi” (dal nome del sottosegretario all’Interno che la firmò). Questa circolare fu rivolta ai Prefetti di tutto il territorio nazionale per contrastare e proibire “pratiche religiose contrarie all’ordine sociale e nocive all’integrità fisica e psichica della razza”. Una circolare a sfondo sicuramente razziale e discriminatorio che ebbe, nel mondo pentecostale, una delle parti della popolazione più colpita. Ecco come definisce Peyrot quei momenti:

Da quella data, cioè dal 9 aprile 1935, ha inizio la persecuzione contro i pentecostali con arresti, deportazioni, confino e campi di concentramento: nessuno potrà scrivere quella storia che, d’altronde, sembra incredibile ed ha solo riscontro con quella dei primi secoli della Chiesa.

Questo il triste epilogo del periodo della persecuzione nei confronti dei pentecostali. Questo momento è stato definito propriamente dal pastore Francesco Toppi “resistenza pentecostale” (in E Mi Sarete Testimoni).

                                                    Il dopoguerra
L’annullamento in sede giudiziale della Circolare Buffarini-Guidi si ebbe solamente nel 1955. Con grande sorpresa, già nel 1945, ci si accorse che proprio nel periodo della repressione fascista, il quale puntava allo scioglimento delle comunità pentecostali, le chiese pentecostali erano invece aumentate in maniera considerevole. Nel 1947 nacquero così le Assemblee di Dio in Italia, la denominazione più nota e la terza presenza religiosa organizzata in Italia (dopo Chiesa Cattolica e i testimoni di Geova); esse contano nel paese più di mille e cento chiese e centoquarantamila membri. Nel 1988 queste, attraverso le loro rappresentanze hanno stipulato un’ Intesa con lo Stato italiano, trasformata, ai sensi dell’art. 8 della Costituzione repubblicana, nella legge d’esecuzione n. 517/1988.

I nostri giorni
Prendendo sempre in prestito le parole di Iovino, il movimento pentecostale è in vertiginosa crescita nel mondo intero. In base all’attuale ritmo di crescita e ad alcuni calcoli statistici, è presumibile che entro il 2025 i pentecostali arrivino a raggiungere il 50% del totale dei cristiani nel mondo . Questo fenomeno di larga diffusione è dovuto al fatto che, tra credenti di tutto il mondo, cresce il desiderio di una maggiore spiritualità e la voglia di realizzare una diretta e personale esperienza di contatto con Dio, uscire dalla schematicità del formalismo religioso per favorire l’esercizio della fede e dei carismi dello Spirito Santo tra credenti nelle comunità costituite, realizzando concretamente le promesse di Dio. Il movimento pentecostale pur conservando e riproponendo i principi che furono della Riforma ( sola gratia, , sola Scriptura, solus Christus), intende incarnare l’adempimento dell’insegnamento di Gesù Cristo: “… l’Evangelo è annunciato ai poveri” (Mt. 11:5).
Un altro aspetto fondamentale del movimento pentecostale, è che si propone accessibile a tutti: al rigore liturgico (caratteristico della Chiesa Cattolica e delle Chiese Riformate) i pentecostali riconoscono e ricercano la guida dello Spirito Santo rendendo, le loro, riunioni spontanee.

Bibliografia:

-Relazione al convegno "Il movimento pentecostale tra riflessione storica e proiezione teologica", Alessandro Iovino - Aversa (Caserta), 17-18 ottobre 2008 (http://www.cesnur.org/2008/iovino.htm)
-F. Toppi, E mi sarete Testimoni, ADI-Media, Roma 1999


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